Edoardo Croni su "Gente Libera"

Scritto da Super User. Pubblicato in Recensioni

Trento, 24 giugno 2017                        

Caro Roberto Corradini, ho appena finito di leggere il tuo secondo libro “Gente Libera”. E’ abbastanza voluminoso, ma l’ho letto d’un fiato. E poiché mi è sembrato che ti interessasse un mio commento scritto, l’ho fatto con grande piacere.

Il romanzo epistolare è una tecnica insolita, a volte spiazzante. Tu sei riuscito, secondo me, a usarla efficacemente. I personaggi, autori delle lettere, hanno modo di  mediare, attraverso l'esercizio della scrittura, i propri stati d’animo e le proprie emozioni, di selezionare le vicende e di trasmettere un messaggio più o meno ponderato. L'istinto tende ad essere attenuato dalla tecnica espressiva, la lettera appunto. Di conseguenza anche il tono generale del romanzo si adegua in positivo. Insomma, mi pare tu abbia utilizzato un modo assai valido per raccontare una vicenda che si snoda nell'arco di cento anni e assecondato il racconto con una cadenza meditata, fatta di lettere ponderate dove i personaggi che vi scrivono hanno potuto esprimersi in maniera incisiva, lasciando spazio a tutte le considerazioni di tono diverso: angosciato, entusiasta, arrabbiato, felice, propositivo, saggio.

I personaggi principali, ma anche quelli secondari, sono stati rappresentati in maniera efficace e incisiva, sullo sfondo di una vita che non ha mai regalato loro nulla e che ha imposto di combattere non poco per costruire il loro nido, la famiglia e il senso della loro esistenza. Tutto si muove intorno alla famiglia. Da un bambino che rimane solo si costruisce - pezzo a pezzo - un gruppo forte, coeso, pronto a combattere per la vita. Anche chi - per vicende personali - si deve allontanare fisicamente, rimane sempre incollato alle proprie radici e al proprio gruppo. In ogni caso, tutte le criticità sono affrontate e risolte in seno alle due famiglie protagoniste (Libera e Cestari).

Naturalmente, il contesto sociale e politico del secolo preso in considerazione (1850-1950) traspare, eccome, nel tuo romanzo epistolare. “Gente Libera” (come del resto “Il Sangue e l’inchiostro”) racconta infatti vicende inserite correttamente nel loro contesto storico particolare. Ma - sebbene i tuoi personaggi vivano in maniera diretta e soffrano pesantemente terribili eventi quali emigrazione, due guerre mondiali, dittature, ecc. - i singoli giudizi che si traggono dalle loro lettere sono sempre equilibrati e non invadono mai pesantemente la trama del racconto.

Nel tuo romanzo aleggia poi un messaggio che ha notevole valenza pedagogica: l'importanza di saper leggere e scrivere bene (tutt’altro che scontata nel secolo considerato) nonché la necessità di una formazione educativa primaria nella vita di ogni individuo e di una continua raccolta di conoscenze per la sua crescita culturale. Messaggio questo che nella liquida realtà odierna - fatta quasi esclusivamente di interessi materiali e individuali, capaci di soprassedere a tutto tranne il profondo “ego" - ha la sua basilare importanza e invita a riflessione.

Concludo con una mia considerazione particolare. Leggendo, mi sono reso conto della fatica di scrivere un libro come questo. Mille sono le attenzioni che riguardano solo la corretta esposizione della vicenda, la gran cura per tenere adeguato il tono per ciascun personaggio con la scelta di un lessico adatto, le ricerche che stanno alla base della trama. E chissà quant'altro ancora di cui nemmeno mi rendo conto… Insomma, complimenti per questa tua seconda opera. Ora aspetto la terza.                                                            

Edoardo Croni  24 giugno 2017

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